Abbiamo ora bisogno di un nome per chi crede più nella speranza che nelle aspettative. Abbiamo bisogno di un nome per chi ama più la gente dei prodotti, per chi crede che

Non ci sono persone poco interessanti.
Sono i loro destini storie di pianeti.
Tutto, nel singolo destino, è singolare,
e non c’è un altro pianeta che gli somigli.

Abbiamo bisogno di un nome per chi ama la terra sulla quale tutti possono incontrarsi.

Ma se qualcuno è vissuto inosservato
– e di questo s’è fatto un amico –
tra le persone è stato interessante
anche col suo passare inosservato.

Abbiamo bisogno di un nome anche per chi collabora con il proprio fratello prometeico ad accendere il fuoco e a foggiare il ferro, ma lo fa per accrescere la propria capacità di assistere, curare e aiutare gli altri, sapendo che

Ognuno
ha un mondo misterioso
tutto suo
e in esso c’è l’attimo più bello
e l’ora più angosciosa,
solo che noi non ne sappiamo niente

Propongo che questi fratelli e sorelle pieni di speranza vengano chiamati uomini epimeteici.

L’idea dell’artista epimeteic@, così come il nome di Epiteatro, è un tributo all’intuizione di Ivan Illich, che con la poesia Uomini, di Evgenij Evtusenko, termina la sua riflessione su Epimeteo, richiamandoci ad un compito di natura filosofica ed etica. Il titano Epimeteo (colui che riflette dopo), fratello gemello di Prometeo (colui che riflette prima), è stato dimenticato e sminuito per secoli proprio per la sua natura esperienziale, forse fenomenica. Epimeteo, infatti, agisce per poi comprendere, mentre suo fratello vuole saper prima di agire. Non è forse giunto il tempo di trovare un equilibrio tra i due gemelli? Con il nostro operare intendiamo onorare questa nobile intenzione, consapevoli di quanto sia complicata la via da percorre e non di meno di quanto sia importante provarci.

per approfondire lo scritto “Rinascita dell’uomo epimeteico” di Ivan Illich puoi continuare qui o scaricare il testo integrale

 

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